Cosa si chiedono le persone che vanno, o hanno intenzione di andare, dallo psicologo?
Abbiamo chiesto alle persone che vorrebbero iniziare (o che hanno già in corso) un percorso psicologico; quali domande si sono posti e quali curiosità ci sono in merito alla psicoterapia.
Sono nate riflessioni e spunti interessanti e mi è venuta voglia di scrivere qualche possibile risposta per dar voce a quelle sane curiosità, quei dubbi o quelle paure che una persona ha quando vorrebbe andare dallo psicologo, sta pensandoci, o gli viene suggerito, di iniziare una psicoterapia.
Innanzitutto: Quando è il caso di andare dallo psicologo?
Partiamo dal presupposto che in media 7 pazienti su 10 non hanno un sintomo o un motivo specifico quando richiedono un consulto. Parte del lavoro infatti sta proprio nella costruzione degli obiettivi che danno il via al percorso di terapia. Molte persone stanno male e sono infelici da tempo e non si spiegano perché, altri stanno attraversando un periodo difficile e non sanno come uscirne, altri ancora si trovano davanti ad una decisione da prendere e, tra questi, alcuni soffrono anche di un sintomo specifico, come potrebbero essere ad esempio l’insonnia, gli attacchi di panico o alcune forme d’ansia più o meno invalidanti. Altri ancora arrivano al consulto su suggerimento del medico, il quale ha indicato un percorso psicologico poiché i sintomi fisici (gastrite, colite, emicranie, dermatiti ecc) dopo una accurata ricerca diagnostica non sono risultati di natura organica ma psicologica.
E dunque quando è necessario rivolgersi ad un professionista? Quando si vuole. Con o senza sintomi evidenti. Quando arriva il coraggio. Quando le hai provate tutte ma continui a stare male.
Nel nostro paese è di recente diffusione l’idea dello psicologo e della cura attraverso la psicoterapia. “Non sono matto, non mi serve andare dallo psicologo!!” Questa frase mi fa sovente notare che c’è un po’ di confusione sul perché si va dalla psicologo. Spesso in passato infatti, ma talvolta ancora oggi, lo psicologo è stato confuso con la figura dello psichiatra, medico che si interessa della salute mentale trattando spesso gravi patologie psicotiche come la schizofrenia e disturbi gravi dell’umore che potrebbero richiedere ricoveri, un professionista che tratta principalmente attraverso la prescrizione di psicofarmaci.
Lo psicologo si appoggia talvolta allo psichiatra, se ritiene sia necessaria la compresenza di un trattamento farmacologico durante il percorso psicoterapeutico, ma lavora con il paziente attraverso l’utilizzo di strumenti e tecniche per elaborare vissuti dolorosi, accrescere le risorse della persona con l’obiettivo di migliorare il benessere psicologico e relazionale.
Inoltre spesso i film americani ci hanno mostrato la figura dello psicoanalista (anziché dello psicologo) in modo esilarante e buffo, confondendo ulteriormente. Lo psicologo non si fa i fatti vostri curiosando, non vi legge nella mente e non predice il futuro, non vi da consigli né ascolta passivamente le vostre lamentele addormentandosi, e non vi farà sdraiare su un lettino come faceva Sigmund Freud agli inizi del ‘900. La vita non è un film e lo psicologo lavora con il paziente attivamente attraverso la psicoterapia per aiutare la persona che vuole cambiare ed è stanca di stare male.
Per prima cosa è bene rispondere alle domande pratiche, nonché curiosità più frequenti, quando si decide di intraprendere un percorso di psicoterapia:
Ma come funziona? Quanto dura? I costi?
Ogni professionista ha le proprie regole, ma principalmente le sedute si svolgono con frequenza settimanale, hanno la durata di 50-60 minuti e il costo varia in base al professionista e al tipo di terapia richiesta. In genere a partire dai 40 euro sino a 100 euro a seduta, alcuni colleghi possono chiedere anche una cifra superiore, questo è a discrezione del singolo professionista.
Per le terapie di coppia e familiari funziona diversamente. Ad esempio il mio collega ed io conduciamo insieme le sedute di coppia e di famiglia che hanno la durata di 90 minuti e la frequenza di una seduta ogni quindici giorni. Il costo è infatti “doppio” rispetto ad una seduta individuale, con un singolo paziente. Per intendersi se una seduta individuale settimanale di un’ora costa 50 euro, una seduta di coppia quindicinale di un’ora e mezza costerà 100 euro, il costo mensile è praticamente lo stesso ma organizzato diversamente.
La durata globale dell’intervento non è definibile a priori e va considerata in base al progetto e passo passo insieme al paziente. Alcuni professionisti hanno regole più rigide, altri concordano con il paziente in relazione allo svolgimento della terapia. Questo viene adeguato in base ai cambiamenti personali e della relazione professionale, dunque la durata dipenderà dall’evoluzione del processo clinico.
Potrò fidarmi di un estraneo? Potrò raccontare senza sentirmi giudicato? Che differenza c’è rispetto a parlare con un amico?
Il tema della fiducia è centrale. Come in ogni relazione la fiducia va costruita insieme. A giocare a favore c’è sicuramente il segreto professionale, un vincolo legato al Codice Deontologico degli Psicologi che garantisce e tutela il paziente.
In questo lavoro capita sovente di ascoltare storie e racconti personali e molto intimi, capita di emozionarsi e di sentirsi emotivamente vicino all’altro. Perché questo possa accadere è indispensabile, dal mio punto di vista, sospendere il giudizio per permettere all’altro di sentirsi accolto, rispettato e libero di raccontarsi.
La prima differenza rispetto al parlare con un amico è legata al tipo di rapporto che è a-simmetrico, ossia il terapeuta conosce molte cose del paziente e non viceversa. L’approccio dello psicologo è di tipo professionale, certo nascerà affetto e vicinanza, ma ci sono alle spalle dieci anni di formazione per praticare la psicoterapia, per avere strumenti e competenze in grado di aiutare il paziente, questa è forse la più grande differenza! Altrettanto importante questione è che lo psicologo non darà consigli o esprimerà pareri su cosa fare e come comportasi (non è questo il suo ruolo!) saprà lavorare insieme al paziente per costruire o consolidare le risorse personali.
Il mio psicologo si ricorda di me, di quello che dico? Sono importante per lui/lei?
Questo è un punto importante, legato al tema del valore personale. Eh sì, proprio così, molte persone mi hanno riportato questa necessità di essere unici nella relazione terapeutica. Certo è che l’unicità di questa relazione non si ripeterà facilmente nella vita, diventa un rapporto ed un legame forte in cui sperimentarsi, riconoscere i propri limiti, le paure, in cui poter essere se stessi e venire comunque accolti. La storia di ogni paziente è un dono, un racconto di sé prezioso e il terapeuta lo sa, ed è allenato a tenere a mente soprattutto gli aspetti emotivi.
Ed è vero che segue anche altri pazienti, ma questo non esclude l’unicità di ogni rapporto!
Andare dallo psicologo vuol dire arrendermi? È un fallimento rispetto alle mie capacità? Sono una persona debole se non ce la faccio da sola/o?
Intanto è da premettere che essere in grado di riconoscere i propri limiti è un segnale di forza interiore. Spesso negare un problema o una difficoltà cronicizza e amplifica il problema stesso.
Arrivare a chiedere aiuto significa aver già avviato una parte del percorso di guarigione, significa saper mettersi in discussione, significa aver coraggio, significa poter cambiare!
Cavarsela da soli è sovente una capacità, ma dover per forza farcela in ogni situazione è un’altra cosa! In quest’ultimo caso il farcela da sé diventa un limite più che una forza ma, soprattutto, può trasformarsi in una fatica inutile che non porta al risultato desiderato o che, anche se ci arriva, lo fa pagando un prezzo molto alto.
Spesso è il corpo a comunicare attraverso manifestazioni fisiche come abbiamo già detto quali gastrite, colite, insonnia, alopecia, dermatiti, emicranie oppure attraverso le emozioni e i vissuti che sperimentiamo senza capirne l’origine. Ad esempio chi è sempre in collera con il mondo, o con se stesso, chi pensa di non fare mai abbastanza, di non essere all’altezza, chi se la prende con gli altri per le ingiustizie che ha vissuto, chi sente costante l’insoddisfazione, la paura, la delusione, la tristezza, chi sente di non avere scelta, di subire, oppure di dover sempre occuparsi di tutto, chi si sente in colpa in ogni situazione, chi non può mostrare le proprie debolezze, chi per stare bene avrebbe bisogno che qualcuno o qualcosa cambiasse… ecco solo alcuni tra i molti esempi che contribuiscono a farci vivere con forte stress e fatica la nostra vita!
Ad esempio io posso essere bravissimo a far da me un sacco di cose, poi mi si rompe la macchina e invece di portarla dal meccanico voglio aggiustarla da solo. Che prezzo ha questa scelta? Dovrò studiarmi alcuni aspetti della meccanica, leggere manuali per capire come funzionano le cose, poi dovrò impratichirmi, peggiorare la situazione magari toccando pezzi sbagliati della macchina e danneggiandola ulteriormente, dovrò spenderci molte energie, tempo. Poi può essere anche che riesco a ripararla ma quanto mi ha richiesto tutto questo in termini di fatiche? Un esperto aprendo la macchina avrebbe saputo dove mettere le mani e professionalmente avrebbe riparato l’auto, io mi sarei potuto affidare, alleggerire, e la competenza del meccanico non avrebbe tolto nulla al mio valore, alla mia persona. Ne avrebbe giovato la mia auto, il mio tempo e la mia serenità.
Ecco quindi che chiedere aiuto, in molte situazioni, mette in luce l’intelligenza, oltreché il coraggio. Non fa di me una persona peggiore, ma anzi mi consente di mettermi in gioco, di migliorarmi e più di tutto vivere meglio!
Anche perché se non sto bene da tempo, se fino ad oggi tutto quello che ho provato non ha migliorato la mia situazione, allora mi potrebbe essere utile chiedere ad un esperto… “portare la mia auto dal meccanico”.
Se sei arrivato/a a leggere fin qui significa che ti ha incuriosito e interessato il mio articolo e dunque ti ringrazio, io sono la Dott.ssa Francesca Scabbia, psicologa, psicoterapeuta e terapeuta EMDR.
Nel mio lavoro collaboro da diversi anni per le terapie di coppia e familiari (vedi articolo lavoro in Equipe: https://psicologoatorino.net/il-lavoro-di-terapia-in-equipe/ ) con il mio fidato collega, il Dott. Federico Posa, che riceve a Torino in zona Santa Rita, potete contattarlo visitando il suo sito: https://psicologoatorino.net/