La psicosomatica
La mente e il corpo comunicano a nostra insaputa!
Quando siamo sotto stress è spesso il nostro corpo a mandarci dei segnali.. ed ecco apparire alcuni sintomi.
Tra i più comuni ci sono i problemi relativi alla digestione. Lo stomaco e l’intestino infatti risultano essere davvero sensibili e rispondono provocando bruciori, gonfiori o sensazione di nausee ad esempio.
Non sono i soli però, a mostrare insofferenza corporea vi sono inoltre i disturbi cardiovascolari, il cuore, la circolazione sanguigna e la respirazione possono essere alcuni dei modi con cui si manifestano.. per non parlare poi delle dermatiti; varie irritazioni della pelle ed eczemi possono essere un modo in cui lo stress si esprime portando all’esterno la sua espressione visibile.
Un’altra sovente manifestazione di natura psicosomatica è l’emicrania, patologia neurologica spesso in associazione con una serie di sintomi del sistema nervoso autonomo che possono includere nausea, vomito, aumento di sensibilità alla luce e al suono.
Quando è provato, attraverso specifiche valutazioni ed esami medici, che questi ed altri sintomi provenienti dal nostro corpo non hanno un’origine organica si può parlare di disturbi psicosomatici!
Iniziare a dialogare con il corpo e imparare a leggere i segnali che questo ci manda pare essere una buona soluzione per cambiare qualitativamente la propria vita e leggere con prospettiva differente la dinamica tra mente-corpo!
Antropologia culturale
La cultura, il senso di appartenenza al luogo, le radici, i modi di interpretare e osservare gli eventi varia a seconda della provenienza, delle abitudini, della cultura che ci appartiene.
Osserviamo come una patologia in Occidente possa essere la presenza di uno spirito o di un comune rituale in Africa ad esempio, oppure un fenomeno di assoluta frequenza in Asia.. e senza andare troppo lontano basterebbe confrontare come cambiano le visioni e le abitudini tra le varie regioni italiane, non soltanto tra sud e nord ma anche regioni molto vicine tra loro come il Veneto e la Lombardia, la Campania e la Puglia.. modi differenti di considerare le festività, la famiglia, il lavoro e i valori stessi.
Anche se appare a primo acchito poco rilevante, non appena si ha l’opportunità di viaggiare o di trascorre un periodo distanti dalla nostra terra d’origine ecco emergere il proprio senso di appartenenza al luogo, il riconoscimento di sé come “italiano”, come “sardo” oppure “veneto”, “romano”, del “sud”, del “nord”, “mediterraneo”, “inglese”, “tedesco”, “sud-americano”, “africano”, “marocchino”, “senegalese”, “giapponese”, “indiano” ecc..
Ancora oltre queste considerazioni, ci si può comunque sentire stranieri nella propria terra, distanti ma vicini, assenti ma presenti con infinite e differenti modalità e strategie. Riconoscere di avere una cultura propria, o un’influenza delle proprie origini è un inizio per ampliare le prospettive e le visioni di sé e del mondo intorno.
Filosofia orientale
Un buono spunto per la cura ed una visione “Altra” è la filosofia orientale.
Ci sono due aspetti dell’insegnamento buddhista (inteso come filosofia e non come religione): “the meaning of attachment” e “the concept of impermanence” che ci aiutano a riprendere i sensi.
L’attaccamento alle proprie emozioni si riferisce ai sentimenti che ci condizionano per l’appunto, che non ci rendono liberi ma che offuscano e modificano la realtà delle cose. Secondo questa filosofia, la pratica meditativa aiuterebbe a distaccarsi da questo modo di intendere “l’attaccamento”.
Il concetto di impermanenza invece, si riferisce al fatto che tutto esiste ma che tutto può non esistere più o modificarsi l’attimo successivo. La vita è imprevedibile, gli eventi non si possono pianificare e molto spesso la vita procede indipendentemente dai nostri programmi e dalle nostre organizzazioni. Accettare questa condizione ci renderebbe liberi da preconcetti e ansie.
La meditazione
Preziosa pratica a noi purtroppo poco diffusa. Che cos’è allora la meditazione? Come si fa e perché è così utile? È davvero possibile praticarla?
È lo stare nel qui e ora, è la presenza mentale, è la ricerca della consapevolezza.
L’ottima condizione per meditare è quella situazione in cui si “libera la mente” e non resta momentaneamente nient’altro se non il presente.
Potrebbe sembrare una situazione pressoché irreale, e indubbiamente va allenata, ma è un ottimo esercizio che ci consente di osservare con il momento presente lasciando pian piano meno spazio a strascichi e condizionamenti del passato (tendenze al rimugino, al rimpianto, alla colpevolizzazione, caratteristiche con impronta depressiva) e immobilità legata all’ansia ed al continuo fare ipotesi e previsioni sul futuro!
Espressione artistica
L’arte come mezzo di espressione di sé, ad esempio il teatro, la musica, la pittura.. legittimano certe libertà, possono canalizzare le Emozioni e permettere così di renderle visibili, ascoltabili, vive.
Molti artisti noti del passato, ma indubbiamente anche artisti del presente, hanno reso speciale e unica la loro sofferenza attraverso la sublimazione della propria “follia”, ovvero: attraverso l’arte!
Tra tanti Jimi Hendrix, considerato ancora oggi uno dei più grandi chitarristi contemporanei, rivoluzionario della musica e dei suoni che nonostante tutto ciò, non ha mai saputo leggere la musica e le note. René Magritte uno dei maggiori esponenti del surrealismo; la sua tecnica raffigurativa seppe stravolgere il comune senso della simbologia grazie alla capacità di insinuare dubbi sul reale attraverso la rappresentazione del reale stesso.
Numerosi ancora nella musica e nei dipinti ma anche nella letteratura e nel teatro hanno saputo dare una direzione tangibile di loro stessi, tanto per citarne alcuni ricordiamo Molière, commediografo e attore di geniale produzione artistica, oppure ancora tra i più memorabili intellettuali del nostro paese Giacomo Leopardi e molti altri ancora, anime ricche e sofferenti.